Tanti danni, ma la zona più a rischio è il Mugello
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Firenze, Domenica 31 Luglio 2016 - ore 06:39
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    IL TERREMOTO DI FIRENZE DEL 1895
    IL TERREMOTO DI FIRENZE DEL 1895
    Tanti danni, ma la zona più a rischio è il Mugello

    Con il mese di maggio sono trascorsi 120 anni dal grande terremoto di Firenze. Fu il 18 maggio 1895 che, dopo un fortissimo boato, cominciarono a traballare tutti gli edifici, a suonare spontaneamente molte campane, a scivolare per terra gli oggetti e le suppellettili presenti nelle case e a cadere nelle strade tegole e calcinacci. Erano le 20,45 e la maggior parte della cittadinanza era a tavola: uscirono tutti, sia dalle case, che dalle trattorie, teatri e ritrovi, tutti per strada impauriti. Moltissime le crepe ai muri delle abitazioni, delle chiese e dei palazzi. In città non ci furono morti, ma solo 6 feriti non gravi. Lesioni rilevanti ci furono nel palazzo Medici Riccardi, nel palazzo Strozzi, nella chiesa e nel convento di S.Marco, nel convento di S.Croce, nelle Badia fiorentina, mentre andarono perse tutte le maioliche robbiane esposte al Bargello. Un centinaio gli edifici dichiarati inabitabili.

    La scossa di 5,4 gradi della scala Richter, fu prevalentemente di tipo sussultorio data la vicinanza dell’epicentro: la periferia sud della città. Crollarono la parte nord occidentale del Chiostro grande della Certosa del Galluzzo, parte della villa medicea di Lappeggi, 20 case coloniche, e forti furono i danni al Santuario dell’Impruneta. Ci furono 3 morti a Grassina e 1 a Strada. Il terremoto, il 18 maggio, arrivò improvviso senza essere preceduto da scosse minori. Lo sciame sismico durò per 13 mesi fino al giugno del ´96, con una cinquantina di piccole scosse.

    Firenze era all’epoca un centro di studi sui terremoti, dovuto alle ricerche dello scolopio padre Filippo Cecchi che 20 anni prima, dopo avere costruito nel laboratorio dell’Osservatorio Ximeniano vari tipi di sismografi, inventò il “Sismografo bipendolare”, prototipo di tutti i successivi sismografi. Membro dell’Accademia dei Lincei, aveva fondato la Società italiana di meteorologia che nell’85 tenne a Firenze il suo primo congresso. A Firenze, oltre a quello Ximeniano, vi erano altri tre piccoli osservatori: al Collegio della Querce dei padri barnabiti, diretto da P. Timoteo Bertelli, al Museo di fisica e storia naturale (la Specola), al Seminario fiorentino, al Meteorologico di Varlungo.

    Al momento del terremoto nel ´95 direttore dello Ximeniano era padre Giovannozzi che proprio due giorni prima, il 16 maggio, aveva pubblicato una ricerca sismologica dal titolo “Per una storia dei terremoti toscani”. Egli tenne quotidianamente informata la città dell’andamento del successivo sciame sismico.

    Nei secoli precedenti Firenze fu interessata da vari terremoti, ma indirettamente, essendo l’epicentro o nel Mugello o in altre zone vicine. Di questi il maggiore fu quello del 1592 d’intensità 5,9 con epicentro nel Mugello, con 113 morti e quasi 300 feriti e distruzioni a Scarperia, Borgo S.Lorenzo, Vicchio e Barberino di Mugello.

    Dopo il grande terremoto del 1895 il più forte fu quello del 1929 con un centinaio di morti, sempre nel Mugello.

    Enrico Pieragnoli Couture

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