Il governo ha deciso che la Toscana rimarrà zona arancione fino alla prossima riunione del Comitato Tecnico scientifico, che dovrà rivalutare gli indicatori relativi al Covid-19.
Questa decisione però ha scatenato le proteste di diversi responsabili politici regionali a partire proprio dal presidente della Regione, Eugenio Giani, che pochi giorni fa aveva auspicato il pronto ritorno della Toscana in zona gialla.
"Ritengo questa decisione ingiusta e immotivata - sbotta Giani - la media in Toscana da una settimana è sempre stata di 500 positivi al giorno, uno dei minori livelli di contagio in confronto ad altre regioni. C´è una disparità di trattamento. Ci sono regioni da molto tempo in zona gialla che sono arrivate a 4 mila contagi giornalieri e noi siamo ancora arancioni.
Mi è stato detto che si è voluti essere rigidi sul principio di dover restare in zona arancione almeno per 14 giorni, prima di poter tornare alla gialla. Se i dati però migliorano - dice Giani - perché aspettare questi periodi? Il mio appello al ministro della Sanità e al presidente del Consiglio è di riunire la Cabina di regia di nuovo lunedì o martedì prossimo. Questo potrebbe consentire la zona gialla già a metà della prossima settimana".
Molto critico sulla decisione anche il presidente del Consiglio regionale, Mazzeo: "Questa estrema rigidità non mi convince. I numeri dell´ISS ci dicono che l´evoluzione del virus nella nostra regione, grazie ai sacrifici di queste settimane, ha decisamente rallentato. La classificazione complessiva del rischio è moderata. Abbiamo tutti gli indicatori da zona gialla, ma le rigide interpretazioni burocratiche ci costringeranno ancora in arancione".
Anche il sindaco di Firenze Nardella ha detto che vorrebbe conoscere le motivazioni tecniche e scientifiche di questa decisione, perchè la chiarezza permette di placare le polemiche e di accettare i sacrifici richiesti ai cittadini.
Sara Aldobrandi
12/12/20
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